Frammenti di storia: Le pacchiane
- Scritto da Arturo De Cillis
- Categoria: Tradizioni
“Songo arrivati puro li munticalvisi”. Bastava che il pullman dei pellegrini provenienti da Montecalvo facesse timido capolino sul piazzale contiguo al santuario di San Gerardo a Materdomini perché, dai vocianti e colorati capannelli degli astanti, si levasse – percepibile distintamente anche da chi non ne udisse il suono ma fosse in grado comunque di interpretare il movimento delle labbra – quel commento stentoreo e quasi divertito: “songo arrivati puro li munticalvisi”! Per anni mi sono chiesto – nell’ affardellamento delle migliaia di interrogativi inutili ed assurdi con i quali ciascuno di noi affolla, quasi ingolfandoli, la mente ed i ricordi – da dove i solerti e determinati individuatori della genia montecalvese - in versione pellegrinaggio tardo-settembrino - riuscissero a ricavare le loro granitiche certezze circa la provenienza di quell’aggregazione eterogenea di rara umanità.E solo in tempi recenti io, che a San Gerardo ci andavo da bambino e che oggi mi avvicino (sia pure “trotterellando”, con spocchiosa presunzione di gioventù ben radicata nella mente e nel corpo) ai cinquant’anni, sono finalmente arrivato al punto di
Alto calore , deposito cauzionale e consumo effettivo
- Scritto da Prof. Giovanni Maraia
- Categoria: Notizie
All'Autorita' Garante per l'energia elettrica e per il gas. Roma All'Alto Calore servizi spa. Avellino L'Alto Calore servizi spa di Avellino , dopo oltre dieci anni dall'introduzione della normativa nazionale sull'obbligo di pagare la fornitura idrica in base al consumo effettivo , ha applicato detta normativa con verbale N 56/2013, a partire da giugno 2013.
Con l'introduzione di questo nuovo criterio di pagamento dei consumi idrici , l'Alto Calore ha chiesto ai propri utenti un deposito cauzionale di circa 45 euro , di cui una metà' inserita nella fatturazione di maggio 2013.
Si chiede di sapere se tale cauzione e' dovuta, visto che gli utenti dell'Alto Calore , all'atto del contratto di allacciamento alla rete idrica, hanno versato un deposito cauzionale relativo all'anticipo di fornitura idrica
Leggi tutto: Alto calore , deposito cauzionale e consumo effettivo
Frammenti di storia: Aequum Tuticum
- Scritto da Redazione
- Categoria: Cultura
Sullo spartiacque appenninico in località Sant’ Eleuterio di Ariano Irpino, sono visitabili i resti dell’antico centro di Aequum Tuticum, nodo viario, da cui si irradiavano numerose strade che collegavano da nord a sud il Sannio con la Campania, e da est ad ovest il versante tirrenico con quello adriatico. In età repubblicana, una via Aemilia collegava Aequum Tuticum con Fioccaglia di Flumeri ed Aeclanum. Nel 109 d.C. il centro viene attraversato dalla via Traiana e successivamente dalla Herculia. Nonostante che il toponimo Aequum Tuticum alluda a un insediamento sannitico, la fase più antica attestata dagli scavi è riferibile all’età imperiale. L’emergenza più rappresentativa è costituita da un edificio termale databile al I sec. d.C., il cui ambiente centrale era decorato con un pavimento a mosaico con tessere bianche e nere, con motivo a pelte. Alla seconda metà del II sec d.C. si riferiscono una serie di ambienti disposti a schiera interpretabili probabilmente come horrea (magazzini) o tabernae (botteghe).
Frammenti di storia: Il Trappeto
- Scritto da dott.Antonio Stiscia
- Categoria: Cultura
Il complesso architettonico e urbanistico è da considerare un unicum,paragonabile ai più famosi Sassi di Matera solo per la disposizione a terrazze e alla conformazione,nel mentre son ben diverse le caratteristiche legate ai servizi comuni e alla convivenza delle genti,molto simile ad una società comunarda complessa,regolata da rigide regole di convivenza e di interdipendenza. Trappeto è termine di derivazione greca e si rapporta alla lavorazione e trasformazione delle olive,termine ancor oggi usato correntemente dalla popolazione,insieme a Frantoio. La presenza di numerosi frantoi oleari,del tipo a macina in pietra ,tirata da asini,delineò la toponomastica di una non vasta area,che col tempo ebbe ad aver una incidenza abitativa enorme e la nascita di un vero e proprio formicaio umano. Se si pensa che in poco più 40.000 metri quadri,vivevano e convivevano almeno 2000 persone,con gli animali e le masserizie relative,ci si rende conto dell’indice abitativo elevatissimo. La prima domanda è il perché la popolazione scelse di vivere in un formicaio,anziché espandersi in altre zone o ancor meglio abitare in campagna. La risposta appare naturale in riferimento alla sicurezza e alla necessità di vivere il più vicino possibile a chi poteva difenderla (castello e palazzi )ma anche dalla necessità di trarre da questa prossimità il necessario per vivere,fornendo le braccia e la capacità trasformative(artigianato). -VIDEO -
Pagina 68 di 232