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La dolce ed impegnata liceale Candida Caccese di Montecalvo Irpino festeggia oggi (domenica 20/12/2009) la maggiore età.
Per l’occasione incontrerà, nel corso di una cena a base di specialità montecalvesi, gli amici e i tanti compagni scuola alla “Taranta” in via Carducci a Montecalvo Irpino. Nel corso del ricevimento nell’intrigante locale non mancheranno balli scatenati.
A Candida i genitori Alfonso e Patrizia Pappano, la sorella Marcella, le zie Pappano, Caccese e i tanti amici augurano felicità e successo.
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Nel Paese dell'eterna primavera Antonio Pizzillo ha scelto di passare le stagioni della sua vita. In Guatemala è finito per un inciampo del caso, e per amore della moglie Celia. Per lavoro ha girato mezzo mondo.
Nella metà degli anni sessanta, durante un viaggio, incontra quella ragazza dal sangue misto, figlia di un italiano e di una panamense, che cambierà il percorso della sua esistenza.
Con lei progetta il suo futuro in una terra esotica e ancora ignota. La parabola di un uomo che si è fatto da solo, e che ha fatto e rifatto il piccolo Stato dell'istmo, inizia però lontano da qui, in una contrada di Montecalvo irpino.
Antonio ha tredici anni, e le idee già chiare, quando va via di casa e saluta mamma Rosa promettendole di tornare presto e con tanti soldi.
Papà Filippo, agiato proprietario terriero e valoroso soldato al fronte, è stupito dal coraggio di quel primo figlio che non ha visto crescere, ma non si oppone e lo lascia andare. A quel tempo la terra rendeva poco, meglio il mare: e così Antonio partì
- Scritto da Mario Aucelli
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Generale dottor Guido SCOPPETTONE
Nato a Montecalvo il 28 luglio 1908. Morto a Torre del Greco, dove viveva con l’unico nipote diretto, ing.Giuseppe Zafarese,il 19 marzo 2007. Per espressa volontà dell’estinto è stato tumulato nella tomba di famiglia a Montecalvo.
Prima di parlare della carriera di questo illustre nostro concittadino, ci piace riportare una “espressione” del nipote, ing. Giuseppe Zagarese, che ci ha fatto la cortesia di compilarci il curriculum dello zio generale:
“ …partì da Montecalvo con la valigia di cartone legata con lo spago e, da solo, sempre da solo, vi è ritornato con l’auto blu dello Stato…per aspera ad astra”.
Per le condizioni economiche precarie della famiglia, dopo le scuole elementari, si adattò, per sopravvivere, a fare tanti mestieri, anche il manovale. Traslocò a Benvenuto dove si erano trasferiti
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SENA MARIO
Nato a S. Angelo dei Lombardi 62 anni fa. Coniugato con Gilda Santamaria, ha due figli: Angelo e Eufrasia. Il primo è da poco laureato in Ingegneria ed Efri, come affettuosamente la chiamano amici e familiari, è ricercatrice universitaria. Laureatosi giovanissimo in Giurisprudenza, comincia immediatamente a esercitare la professione nello studio legale dell’ANAS di Roma. Vince diversi concorsi, rinuncia a quello al Ministero dell’Agricoltura a Roma per rimanere vicino alla famiglia e al suo ambiente e accetta il lavoro di funzionario presso l'intendenza di Finanza di Napoli.
Coltiva la passione politica fin da giovane interessandosi alle questioni e ai problemi della sua comunità e dell'alta irpinia. Negli anni ’60 è fondatore, insieme con un gruppo di giovani dell’Azione Cattolica, di un periodico locale che suscita grande interesse. Nasce così, sotto la guida e il carisma di don Bruno Mariani, sacerdote di S. Angelo scomparso sotto le macerie il 23 novembre 1980, “ il Dialogo ”, giornale che contesta il potere e le scelte di una parte della D.C.
La rivista, che egli stesso dirige e dalla quale sorge anche una radio libera, Radio Raid (radio alta irpinia il dialogo), diventa
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Roberto De Simone.
Scarsissime in Campania si contano le testimonianze di autentiche espressioni di canto politico, anche se va attestata, al contrario, una sommersa produzione di tal genere, specialmente in Irpinia. Il canto politico, dal punto di vista musicale, raramente può riferirsi a moduli etnici, e generalmente si poggia su melodie popolaresche di larga diffusione, più atte ad accogliere un testo destinato ad una chiara comprensione verbale.
Questo è il motivo per cui, assolta la sua funzione storica, un canto politico esce poi dall’uso, dai repertori che connotano la funzione metastorica del canto espresso in un rituale collettivo. Il canto politico, quindi, rimane vivo solo nella memoria di chi visse quel momento, di cui quel canto fu voce reale di avvenimenti che coinvolsero il contesto sociale.
Ciò spiega anche la esigua documentazione di canti popolari politici, che, necessariamente, vivendo di trasmissione orale funzionale alla collettività, quando hanno esaurito la loro funzione storica, si dissolvono nei recessi della memoria collettiva.