Ero innamorato della tarantella, quella arcaica, che ancora persiste al mio paese natale, Montecalvo Irpino (Av), grazie soprattutto all'organettista Liberatore Russolillo, e desideravo due coppie di nacchere, che però gli anziani del paese si tenevano molto strette. Allora mi procurai un tronchetto d’olivo e in una cinquantina di ore serali di lavoro, nel 1992, riuscii a scolpirle. Poi fu problematico trovare i campanelli adatti, perché quelli dei muli, che erano argentati, erano spariti dalle fiere e dai mercati.

Infatti, dato che non vi erano più muli, era crollata la richiesta di questo tipo di campanelli squillanti e quindi era sparito, già negli anni '80 del '900, il tipo di artigianato che li produceva. La fiera più famosa per la ricerca di questo tipo di campanelli era quella di S. Gerardo a Materdomini. Per combinazione trovai in un negozio montecalvese questi due campanelli d’ottone. Mancavano solo due lacci di pelle per tenere insieme nacchere e campanelli, “li ccurióla” di pelle di cane, ma potetti ovviare recuperandoli, ma di pelle di vitello, dalle scarpe Timberland dismesse da un figlio. Quindi furono pronte “li castagnòli” e l’occasione per provarle fu di danzare la tarantella al matrimonio di una mia nipote. Questa è la foto delle mie nacchere. (A. Siciliano - Zell, 5.8.2013).

La tarantella Montecalvese

E' acclarato: questa è la tarantella autentica montecalvese, diversa dalla tarantella montemaranese, probabilmente uno dei principali motivi, assieme al carnevale montemaranese, nella fondazione del Museo Civico Etnomusicale “Celestino Coscia e Antonio Bocchino” di Montemarano, da parte dell’associazione culturale “Hyrpus Doctus”, di cui Luigi D’Agnese è responsabile dei Servizi Educativi e presidente, gestendolo senza scopo di lucro. Liberatore Russolillo suona nei locali espositivi del museo.

 

{jcomments on}

Pin It