Un attestato ai giovani laureati
- Scritto da Angelo Corvino
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Disputationes Pompilianae ha consegnato un attestato di onorificenza ai giovani di Montecalvo che si sono laureati nel corso dell’ultimo anno accademico. La consegna è avvenuta durante una cerimonia che si è tenuta nella chiesa di San Bartolomeo lo scorso sabato. “A nome della redazione abbiamo consegnato gli attestati ai giovani di Montecalvo - dice Antonio Cardillo, giovane cronista della neonata rivista culturale - l’iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare i giovani verso il mondo della cultura. San Pompilio, infatti, ci da la possibilità di commistionare la fede con la cultura”. Il Santo scolopio di Montecalvo, infatti, in una lettera al padre agli inizi del 1700 scriveva di non accontentarsi di essere solo Santo o solo dotto ma Santo e dotto allo stesso tempo. Alla manifestazione hanno presenziato Mons. Pasquale Maria Mainolfi, direttore della rivista, il preside sen. Nava ed il
Maraia interviene sullo scenario politico di Montecalvo
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Il dirigente provinciale di Rifondazione Comunista Giovanni Maraia. La foto è di Generoso Maraia |
Maraia interviene sullo scenario politico di Montecalvo « Rispettiamo il patto con l'elettorato. No ai trasformismi» Dal Corriere dell'Irpinia del 29/12/2005 "L'esperienza politica della 'Campana' deve continuare diventando azione politica al punto di giungere ad amministrare il Comune di Montecalvo". Giovanni Maraia, componente del CPR di Rifondazione Comunista, esprime delle riflessioni in merito alla situazione politica del paese della Valle dell'Ufita. "Rifondazione Comunista - spiega Maraia - a Montecalvo ha contribuito a dar vita ad un'esperienza politica che non vuol far essere subalterna la sinistra montecalvese al centro moderato e a chi usa le istituzioni per fini personali; ma contribuire, con chiarezza, a rafforzarla." L'esponente del PRC, insomma, delinea la posizione del suo partito nell'ambito dello scenario politico di Montecalvo. |
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Quel cappellano irpino a Cefalonia
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- Categoria: Sito 2002
Quel cappellano irpino a Cefalonia
«Dal grande balcone della casa nativa in Savignano Irpino, dove si era recato in convalescenza, dopo un invalidante attacco di paresi, padre Romualdo Formato rivedeva per l’ultima volta i colli e le montagne dell’Irpinia, sentiva il vento che sempre passa impetuoso su quella terra generosa, spaziava a perdita d’occhio su quell’orizzonte stupendo».
Erano le ore 17 del 24 ottobre del 1961, quando, rivolgendo un ultimo sguardo all’Irpinia, se ne andò in silenzio don Romualdo Formato. A lui, il cappellano militare, testimone del massacro nazista a Cefalonia l’Italia deve molto. Una storia drammatica, quella della Divisione Acqui, a cui un anonimo volle rendere omaggio in versi: «Ed il vento/entrò da l’ampia finestra/portando/il profumo della terra d’Irpinia/e col vento/ entrarono tutti i novemila di Cefalonia/e lo portarono/nella gloria, perché fu con loro/uno di loro./Il vento d’Irpinia/ripete ancora la sua parola,/ quando passa l’autunno/ e le foglie/hanno il colore di sangue,/il sole/ la luce dell’amore». Se ne andava
Carlo II° - Re Roberto -
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- Categoria: Sito 2002
Carlo II° - Re Roberto - I tempi dei di Durazzo - Montecalvo nel trecento storico.
Secondo quanto si rileva dalla storia, presa la corona regia Carlo II d’Angiò - l’opera del suo genitore, fu da lui continuata nel regno - così pure dal suo primogenito, Re Roberto - mantenendo nei feudi quasi tutti i favoriti dal padre - e rinnovando la serie dei baroni - conti ed altri feudatari, secondo la necessità.
Tra i conti, baroni e feudatarii del nostro regno , cui re Roberto impose di seguire il Duca di Calabria, suo figliuolo nella guerra di Toscana , troviamo il « Comes Ariani » che fu iscritto come ammaestrato nell’arte della guerra, in uno ad un gran numero di Conti, baroni e cavalieri provenzali e regnicoli ,anno 1325-1326 - in Registro Regis Roberti. Alla di lui morte raccolse l’eredità del regno la sua nipote Giovanna I. Circa il periodo di questa disgraziata regina ,come quello brevissimo del di lei successore Carlo III° di Durazzo, non è agevole riassumere. La fisionomia di questi tempi, la rileviamo dalla storia ,e conosciamo 1’ambiente storico in cui visse la nostra terra, in tutto il trecento. in quest’epoca feudale, la nostra terra fu partigiana degli angioini. Un’altra notizia relativa a questi tempi la rileviamo da Elio Marchese - Tra i feudatari napoletani, troviamo la famiglia Carbone di stirpe francese,padrone di molte terre, una delle prime per nobiltà, in Italia ,avorita da Carlo I di Angiò. Fra queste terre possedeva Montecalvo, ma ne fu spogliata, insieme alle altre dalla Regina Giovanna I - e l’autore ne ignora le cause - (Vedi Elio, De Carbonibus.)
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