Gli ultimi abitanti del Trappeto
- Scritto da Angelo Siciliano
- Categoria: Cultura
Il Trappeto perse la sua identità etnica, non tanto per l’emigrazione di molti suoi giovani, ma a causa del terremoto del 1962, che comportò la ricostruzione delle case delle famiglie che vi abitavano, in nuove e lontane aree edificabili indicate dall’amministrazione comunale. Così, quell’abbandono, anche se case, grotte e cantine rimasero agibili per lungo tempo, ha determinato negli anni l’inizio di crolli sparsi di edifici, che fa paventare in tempi non lunghi la sua sparizione come agglomerato urbano. Forse si salveranno i tracciati delle strade e resteranno qui e là cumuli di macerie, “li mmurrécini”, e le grotte, enormi cavità orbitali vuote invase da alberi e sterpaglie. Guardando gli altri paesi, non si capisce se a Montecalvo si sarebbero potute fare scelte diverse. Ariano Irpino, dopo i terremoti, ha sempre dato la priorità al recupero degli edifici storici e poi anche alle case della parte vecchia della città.
San Felice Martire Patrono di Montecalvo
- Scritto da Dott.Antonio Stiscia
- Categoria: Cultura
Come recita il Martirologio, i Santi Felice e Adautto si ritengono essere stati martirizzati, il 30 Agosto,giorno che il Calendario Ecclesiastico dedica ai due fratelli decapitati, probabilmente nel 303 D.C., sotto l’impero di Diocleziano.( cfr Sagramentario di San Gregorio Magno).San Felice è uno dei martiri più conosciuti e non è un caso che viene rappresentato col suo compagno (fratello) Adautto(aggiunto) in uno dei primissimi affreschi paleocristiani (Cimitero di Comodilla-Roma) insieme all’Apostolo Pietro. La vicenda del suo martirio è leggibile in ogni manuale e/o enciclopedia,per la straordinarietà dei fatti e per la condizione di presbitero(prete)in un momento in cui la Chiesa Cristiana andava organizzandosi ed espandendosi nell’Impero. A Lui sono dedicate straordinarie Chiese e altari nelle più importanti città della cristianità e in alcune Cattedrali europee(cattedrale di Santo Stefano a Vienna dove si conserva una sua reliquia).Sebbene si sia spesso parlato,a volte a ragione ,sul novero delle migliaia di reliquie,non tutte autentiche ,ciò non toglie che per il nostro Santo le vicende assumono una connotazione particolare.
Presidio "Libera" nel nome di Giovan Battista Tedesco
- Scritto da Redazione
- Categoria: Cultura
È intitolato alla memoria di Giovanbattista Tedesco, il carabiniere vittima della sacra corona unita nel l’89, il presidio di “Libera”, inaugurato martedì sera alla presenza del figlio di Tedesco, Alessandro, che ha ringraziato per la scelta del nome del padre. «Dare un nome significa dare un volto a queste persone che ci hanno lasciato; bisogna fondere la memoria con l’impegno e l’impegno con la memoria; l’io deve diventare noi - ha detto Alessandro Tedesco -. Attribuire un nome significa dare quella dignità che viene calpestata col non ricordo. Non dimenticare significa impegnarsi. Con le loro morti, le vittime, hanno cambiato il nostro Paese: a noi l’obbligo perché quelle morti non siano vane».«Ogni volta che nasce un presidio è un momento importante perché il presidio è la bocca, le gambe, le mani, le orecchie, il naso di Libera», ha aggiunto Alessandro Cobianchi, coordinatore regionale di “Libera”. Appena giunto da Roma, il segretario nazionale dell’Associazione Nazionale Magistrati, Maurizio Carbone, ha voluto essere presente ed ha parlato dell’impegno dell’Associazione Magistrati con “Libera” nello svolgere l’educazione alla legalità. «il nostro lavoro da solo non basta: dobbiamo dare un senso di vicinanza delle istituzioni alla gente. Ci impegniamo al di là del nostro lavoro andando nelle scuole, nelle piazze.
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Idea per la nascita di un “Museo degli antichi mestieri”
- Scritto da Alfonso Caccese
- Categoria: Cultura
Il progressivo lento ed inesorabile spopolamento dei nostri paesi e la conseguente fuga in massa verso mete più allettanti ed industrialmente avanzate, l’introduzione di nuove tecnologie e di nuovi modelli di sviluppo hanno fatto sì che l’esistenza e il tramandarsi di arte e mestieri secolari, si sia interrotto e, di fatto, sia andato perduto ed eliminato dalla memoria collettiva nell’arco di qualche decennio.Una grave perdita dal punto di vista antropologico ma anche dal punto di vista identitario della nostra storia e cultura. Il progresso non può fermarsi ma la crescita culturale e una nuova generazione può di certo tentare il recupero di quello che è stata la umile condizione di vita dei nostri padri e del nostro paese. Ad alcuni potrebbe sembrare un operazione complessa ma oggi ci sono e sono evidenti, tutte le condizioni necessarie per un progetto nuovo che ne inverta la tendenza. Partendo da queste premesse di ordine generale l’idea per la creazione di un “Museo degli antichi mestieri”, unita ad altre iniziative di promozione locale, potrebbe rappresentare una svolta ed un cambio di passo per uscire dalle secche in cui è impantano il paese.
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