- Scritto da Angelo Siciliano
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A LU FUNTANÌNU DI LU CÀRMINU
(Alla fontanina di Piazza del Carmine
dialetto dell'Ottocento di Montecalvo Irpino) Link del post su Fb 2022:
"Quattu ffémmini munticalivési cu li pann'antichi, una ca fa la cauzètta; tre mmaccatóra e na pannùccia cu lu tuórchju e lu varrìlu 'n capu; li varrìli cu li chjérchja di fierru e chjérchja di lignàmu; lu funtanìnu cu lu pìsciuru". Quattro donne montecalvesi coi costumi antichi, di cui una sferruzza la calza, e una quinta, ritagliata a destra, con la veste intera che nel tempo avrebbe soppiantato i due costumi ottocenteschi; tre donne col fazzolettone, una con la pannuccia col cercine e il barile sul capo, come la donna ritagliata; i barili hanno cerchi in ferro e cerchi in legno accoppiati; la fontana ha un bel getto
- Scritto da Redazione
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Enogastronomia, agricoltura e turismo, sono questi gli ingredienti della Fiera di Santa Caterina, a Montecalvo Irpino.
Un appuntamento che si rinnova dal 1300, un’occasione per fare compere o per una gita fuori porta alla scoperta del piccolo centro dell’appennino immerso nel verde.
Quest’anno l’evento si svolgerà sabato 23 e domenica 24 novembre nel centro urbano di Montecalvo. Gli espositori saranno presenti, come di consueto, per le strade del paese che, da corso Vittorio Emanuele, salgono verso il centro storico.
- Scritto da Redazione
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Quest'anno la Regione Puglia, nella persona di Maria Antonietta Calo, agente per Il Cantagiro delle città di Taranto e Brindisi, in collaborazione con la G.M. di Salvatore Guerriero, nonché organizzatrice della finale Regione Puglia, tenutasi presso le tenute Carrisi nello scorso settembre, ha organizzato una "Cena di Gala" dove potranno partecipare tutti i semifinalisti e finalisti di tutte le categorie che hanno partecipato a Fiuggi dal 2 al 9 ottobre scorso.La partecipazione è estesa anche ad altri artisti che intendono esibirsi, previo invio della base e del titolo del brano. La serata, si terrà il giorno mercoledì 21 dicembre 2016 ore 19,00 presso le Tenute Carrisi C.da Curtipetrizzi, 72020 Cellino San Marco BR, ed il Maestro Al Bano, in occasione delle prossime festività natalizie è lieto di formulare a tutti i partecipanti gli auguri personali. Lo spettacolo canoro si svolgerà presso la Sala Meeting, ed al termine sarà servita la Cena di Gala all'interno del Ristorante Don Carmelo.
- Scritto da Da Orticalab
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Che l’Irpinia sia piena di antichi miti, riti e leggende è cosa nota a chi calpesta questa terra tanto più vera quanto agricola e faticosa: raramente come a Montecalvo Irpino, però, l’insieme di queste storie diventa uno scrigno ordinato di gemme riunite in un piacere gioioso. Montecalvo, insomma, è narrativa non scritta, ma testimoniata e, spesso, a lieto fine. Di tutte le storie in cui mi sono imbattuto in questo piccolo paese dell’Irpinia, ne ho scelte tre per voi: un piccolo assaggio che è un invito a scoprire un tesoro molto, ma molto più grande. Il vicoletto degli innamorati: a Montecalvo esiste vicolo de Cillis, dedicato a una delle famiglie più importanti del paese. Da tempo però il suo nome è quello di “vicoletto degli innamorati”.
- Scritto da Dott.Antonio Stiscia
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Il complesso architettonico e urbanistico è da considerare un unicum,paragonabile ai più famosi Sassi di Matera solo per la disposizione a terrazze e alla conformazione,nel mentre son ben diverse le caratteristiche legate ai servizi comuni e alla convivenza delle genti,molto simile ad una società comunarda complessa,regolata da rigide regole di convivenza e di interdipendenza. Trappeto è termine di derivazione greca e si rapporta alla avorazione e trasformazione delle olive,termine ancor oggi usato correntemente dalla popolazione,insieme a Frantoio. La presenza di numerosi frantoi oleari,del tipo a macina in pietra ,tirata da asini,delineò la toponomastica di una non vasta area,che col tempo ebbe ad aver una incidenza abitativa enorme e la nascita di un vero e proprio formicaio umano.Se si pensa che in poco più 40.000 metri quadri,vivevano e convivevano almeno 2000 persone,con gli animali e le masserizie relative,ci si rende conto dell’indice abitativo elevatissimo. La prima domanda è il perché la popolazione scelse di vivere in un formicaio,anziché espandersi in altre zone o ancor meglio abitare in campagna. La risposta appare naturale in riferimento alla sicurezza e alla necessità di vivere il più vicino possibile a chi poteva difenderla (castello e palazzi )
- Scritto da Alfonso Caccese
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Sesta edizione della sagra dei Cicatielli, classica pasta della tradizione contadina Irpina. Cascina Don Gerardo di Vinovo in Via S. Bartolomeo.La pasta preparata in casa era uno dei piatti tipici delle casalinghe che, non potendo comperare la pasta dai pastai e/o dai rivenditori, ripiegavano sulla farina di cui ne disponevano in discreta abbondanza.Pasta povera priva di uova (col tempo qualcuno ha iniziato a farne uso) da condire nei modi più svariati, ma che trovava la massima esaltazione con un sugo a base di maiale e di salsicce fresche. Nelle campagne dove se ne faceva maggiore uso veniva consumata insieme alle verdure di facile approvvigionamento e quella condita con carne, generalmente, risultava il pranzo dei padroni. La sagra ripropone il piatto classico con costine di maiale e salsiccia fresca. I prodotti provengono direttamente dal sud; i cicatielli, arrivano da Montecalvo Irpino ad opera del Pastificio artigianale Tufo.
- Scritto da Alfonso Caccese
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Il 15 agosto è una data ormai storica per i Montecalvesi. Dai primi anni '70 ogni anno si rinnova quello che può definirsi un vero e proprio rito: la sagra dei cicatielli. Il termine “cicatielli” non è un semplice equivalente in dialetto montecalvese di quelli che sono i cavatelli molisani o pugliesi.Il cicatiello (Cicatieddru) di Montecalvo ha delle caratteristiche proprie che lo distinguono non solo da questi, ma anche dai “cicatielli” delle zone limitrofe. Si può dire, infatti, che il cicatiello fa parte della comune tradizione gastronomica irpina, essendo un tipo di pasta povero composto da due soli ingredienti, la farina e l’acqua. Ma ciò che distingue i cicatielli di ciascuna zona è il tipo di lavorazione: in particolare, risalente è la disputa su come questa pasta debba essere “cavata” o “cicata”, cioè su come l’impasto di acqua e farina di grano duro, una volta lavorato, debba essere inciso con le dita.