Zic Ceolo Giovanni data di nascita 1922 luogo di nascita Veglia, Yugoslavia luogo di residenza  Yugoslavia colore politico  antifascista condizione/mestiere/professione  studente
Unità archivistica busta 5571 - fascicolo 139389 - estremi cronologici 1941-1941.
Giuseppe Kravos (1909 - 1974) era nativo da S.Croce di Aidussina, l'immediato retroterra di Trieste - ne dista circa 35 km. Sulla documentazione anagrafica sia Giuseppe che la moglie vengono indicati di “nazionalità italiana e di razza ariana”.
E' stato processato davanti al Tribunale speciale per la difesa del regime a Trieste alla fine 1940 / primi del 41 come appartenente all'organizzazione sovversiva degli Sloveni di Trieste - nel periodo cioè precedente la guerra con la Jugoslavia. ( nella foto: in camera da internati presso l'albergo di Ersilia Scoppettone  a Montecalvo Čedo Žic, Jisef Kravos, Riko Miller, Nazzareno Di Pietro messinese)

Era un cittadino italiano da sempre seppure di madrelingua slovena - come buona parte della popolazione nel nostro territorio. Fu condannato al confino alle Tremiti - da dove venne trasferito per ragioni di salute ( conseguenza delle torture durante gli interrogatori e il processo ) spedito al confino a Montecalvo, lì raggiunto dalla moglie. Ebbe un certo ruolo nella resistenza al fascismo per il suo sapere animare e organizzare eventi e associazioni culturali-politiche slovene prima e anche dopo la guerra. Nelle opere enciclopedice slovene il suo nome viene menzionato anche per la sua opera letteraria: la sua prosa è in gran parte di carattere memoaristico: pubblicò due libri: Kuštrava glava (1972) e Moje in vaše zgodbe iz let 1931-45 (1975). In quest'ultimo sono descritti anche i personaggi, i luoghi, le vicessitudini sue, dei confinati e della popolazione di Montecalvo Irpino. Ma pubblicò già prima della guerra alcune poesie di impegno civile nelle riviste clandestine slovene a Trieste. A Montecalvo il “provetto sarto” (così gli anziani ancora lo ricordano) abitava nello “Chalet” del medico dott. Igino Camerlengo, posto “dietro l’Angelo” (oggi Via Palombaro), là dove è stato costruito l’immobile che ospita “i medici di gruppo”.


In paese era molto benvoluto: era disponibile a dare sempre una mano agli umili.
La sensibilità che dimostrava verso tutti, per lo stato di “confinato”, era vietata dal “regime”; i fascisti locali, però, conoscendo la “tranquillità” del Kravos, lo rispettavano e tolleravano la sua amicizia con tutta la cittadinanza che a lui si rivolgeva per farsi realizzare e sistemare vestiario. Il “direttorio” del Fascio locale chiudeva anche un occhio quando il confinato andava a prestare la sua opera direttamente nelle case dei cosiddetti benestanti che, a primavera e in autunno, rinnovavano il “guardaroba” facendo “rivutare” (rivoltare) i “panni” vecchi, in assenza di stoffa nuova che in quell’epoca non si trovava, per realizzare adatti abiti per i più piccoli della famiglia.

 
Con il suo lavoro, dati i tempi di ristrettezze economiche, sosteneva dignitosamente la famiglia. Quei pochi che ancora hanno memoria del passaggio paesano del Kravos ricordano che era un ottimo tenore e cantava ad ogni occasione: come solista o come corista (la maggioranza dei cittadini disertava i “concerti” perché aveva paura delle purghe dei fascisti). Aveva uno spiccato senso dell'umorismo e inoltre una voglia di imparare la lingua viva - cioè la parlata della gente. Così ben presto seppe arrangiarsi abbastanza bene anche con il dialetto dell'Irpinia, fatto questo che certamente facilitò la comunicazione e suscitò simpatie della "brava gente" del luogo. (Brava gente è anche il titolo di uno dei suoi racconti brevi che narra proprio l'inaspettata solidarietà in terre lontane) . Altri due croati dell’isola di veglia-krk sono stati a Montecalvo in confino di uno siamo riusciti a trovare le generalità. Si tratta del comunista Čedo Žic, diventato eroe nazionale: sull’isola di veglia gli è stata dedicata una piazza e una scuola. 

APPENDICE

Presentazione

Considero mio dovere innanzitutto ringraziare sinceramente la sorella di ČEDO ŽIC, la prima segretaria del comitato distrettuale SKOJ per l'isola di Veglia, la mia amica Dubravka Gabriÿ- Žic, per avercipermesso di conoscere il diario della sua morte fratello. Čedo iniziò a scrivere il suo diario il 1 gennaio 1939, al diciassettesimo anno della sua vita a Krk come studente delle scuole superiori. La sua ultima annotazione è: sabato 18 agosto 1943 a Manoppello (Italia), dove viene internato dopo Montecalvo. È probabile che Čedo tenesse ancora un diario, ma purtroppo tale seguito non è stato ritrovato, per cui si ritiene che lo avesse con sé in quella terribile notte tra il 22 e il 23 febbraio 1944, quando perse la vita tra le onde gelide del il mare tra Crikvenica e Šila. Il diario è stato scritto in 8 quaderni su 648 pagine.

Ci tengo sicuramente a sottolineare che dal diario di Čedo ho copiato solo una parte, quella che ritenevo la migliore, cioè la più utile per i nostri giovani, soprattutto per quelli delle scuole. Dal diario ho estratto principalmente le parti scritte nel giorno indicato, e in misura minore l'intero resoconto, cioè quelle che raccontano come Čedo ha osservato, sentito, vissuto persone ed eventi sempre più vicini all'ambiente, volendo aiutare il futuro , le giovani generazioni illuminano l'immagine del primo segretario del KK SKOJ per l'isola di Krk, Čedo Žic come giovane, rivoluzionario, combattente e uomo.

Nel trascrivere alcune parti, non conoscendo nomi stranieri, titoli, ecc. (Čedo legge la letteratura in taliano), devo aver commesso qualche errore, quindi chiedo che se ne tenga conto.

Prima di concludere questa breve nota, non posso fare a meno di aggiungere una cosa che viene sempre da sola a essere detta, e che, quando si parla di Čedo, rimane sempre incompiuta, e lui certamente meritava di essere detta e conosciuta: Era pieno di giovinezza. , voglia di vivere, amore per la sua fidanzata, ma ha sempre avuto anche tanto amore per le persone, che si trattasse di un vecchio infermo, di un bambino scalzo, di una zia malata o di qualcuno la cui vita è finita prematuramente. Era sempre rivolto all'uomo, era pronto ad aiutarlo, lottava per lui, per lui, per l'uomo, donava anche la sua giovane vita.

Riccardo(RiKo) Miller
KRK
Veglia, novembre 1969.

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