BARABASCHI DANILO
di Alfonso e Pollastri LuiginaGenere: uomo | Professione:
La sua storiaBarabaschi Danilo nasce il 23/03/1916 a Monticelli d Ongina in provincia di Piacenza.
Confinato politico. (Fascicolo corposo, qui solo i passaggi essenziali). N. Monticelli d’Ongina PC il 26.6.1916, dal 1928 res. Cremona e Bore. Insegnante elementare.Era iscritto GIL e poi PNF ma attività antifascista clandestina. Negli anni ’30 a Cremona frequentava Rosolino Ferragni, Amigoni e Ausenda. “Prezioso collaboratore” di questi ultimi quando da Parigi intendevano creare rete GL cremonese. Luglio 1937: con pretesto di gita turistica si reca in Francia, pare intendesse contattare Lussu e Garosci. Poco dopo è arrestato col gruppo cremonese in contatto con 36 Amigoni (vedi). A suo carico anche supposta attività per un attentato a Farinacci. Tradotto in carcere a Roma e condannato dal Trib. Sp. al confino che sconta a Montecalvo Irpino e a Castelvecchio Subequo.
Richiesta di clemenza per ragioni di salute respinta.
Termina il confino il 29.8.1942.
Il giorno 17-07-1944, tre giorni dopo il rastrellamento, il partigiano Barabaschi Danilo, già appartenente al Btg.Betti, e sbandatosi causa il rastrellamento, proveniente presumibilmente da Pietra Cavata, frazione di Varsi, passò e si fermò per circa 10 minuti alla frazione di Casanova di Bardi, denominata Case Rossi, verso le ore 17. Agli abitanti del luogo fra i quali la Signora Maria Aurelia Faccini, chiese dove fossero i tedeschi, ed avute le informazioni da loro che si trovavano accantonati nella casa del sig.Pontremoli, proprietario del Mulino Castelletto, disse loro che vi si sarebbe diretto. Agli stessi che gli consigliarono di non presentarsi rispose che i tedeschi a lui non gli avrebbero fatto nulla, in quanto era in possesso di lasciapassare da loro rilasciatigli, quando lavorava colla TOD, e detto ciò si avviò alla volta dell'accantonamento. Mentre attraversava il fiume Ceno, che divide la frazione Rossi dal Mulino Castelletto, alcuni tedeschi stavano per sparargli quando intervenne il sig.Pontremoli Giovanni dicendo loro "Non sparate, non vedete che viene verso di voi?" alchè i tedeschi desistettero ed al Barabaschi sopraggiunto chiesero i documenti, che egli presentò. L'avevano già rilasciato e stava per andarsene quando un capitano lo richiamò per perquisirgli una valigetta che egli portava. In mezzo ad alcuni vestiari, gli venne trovata una canzone partigiana, almeno così asserirono i tedeschi, cominciarono allora a schiaffeggiarlo ed a bastonarlo, finchè egli disse loro che se l'avessero lasciato avrebbe indicato dove si trovavano nascosti alcuni partigiani. Tale particolare fu confidato da un tedesco alla figlia del Pontremoli, mentre il drappello, guidato dal Barabaschi, si avviava alla volta della frazione Case Rossi. Qui furono catturati i partigiani Santi Gino e Ziliani Aldo, mentre un terzo, tale Toscani Quinto, riusciva a fuggire. Dopo la cattura di detti partigiani, il Barabaschi venne condotto in un bosco vicino e fucilato, dopodichè, giunti nei pressi del mulino Castelletto, fucilarono il partigiano Santi Gino. Il partigiano Zilliani venne catturato, e salvatosi per la sua giovane età, venne deportato in Germania, da dove potè far ritorno dopo la Liberazione.
Deceduto (fucilato) il 17/07/1944 a Varsi (Parma).
Richiesta di clemenza per ragioni di salute respinta.
Termina il confino il 29.8.1942.
Il giorno 17-07-1944, tre giorni dopo il rastrellamento, il partigiano Barabaschi Danilo, già appartenente al Btg.Betti, e sbandatosi causa il rastrellamento, proveniente presumibilmente da Pietra Cavata, frazione di Varsi, passò e si fermò per circa 10 minuti alla frazione di Casanova di Bardi, denominata Case Rossi, verso le ore 17. Agli abitanti del luogo fra i quali la Signora Maria Aurelia Faccini, chiese dove fossero i tedeschi, ed avute le informazioni da loro che si trovavano accantonati nella casa del sig.Pontremoli, proprietario del Mulino Castelletto, disse loro che vi si sarebbe diretto. Agli stessi che gli consigliarono di non presentarsi rispose che i tedeschi a lui non gli avrebbero fatto nulla, in quanto era in possesso di lasciapassare da loro rilasciatigli, quando lavorava colla TOD, e detto ciò si avviò alla volta dell'accantonamento. Mentre attraversava il fiume Ceno, che divide la frazione Rossi dal Mulino Castelletto, alcuni tedeschi stavano per sparargli quando intervenne il sig.Pontremoli Giovanni dicendo loro "Non sparate, non vedete che viene verso di voi?" alchè i tedeschi desistettero ed al Barabaschi sopraggiunto chiesero i documenti, che egli presentò. L'avevano già rilasciato e stava per andarsene quando un capitano lo richiamò per perquisirgli una valigetta che egli portava. In mezzo ad alcuni vestiari, gli venne trovata una canzone partigiana, almeno così asserirono i tedeschi, cominciarono allora a schiaffeggiarlo ed a bastonarlo, finchè egli disse loro che se l'avessero lasciato avrebbe indicato dove si trovavano nascosti alcuni partigiani. Tale particolare fu confidato da un tedesco alla figlia del Pontremoli, mentre il drappello, guidato dal Barabaschi, si avviava alla volta della frazione Case Rossi. Qui furono catturati i partigiani Santi Gino e Ziliani Aldo, mentre un terzo, tale Toscani Quinto, riusciva a fuggire. Dopo la cattura di detti partigiani, il Barabaschi venne condotto in un bosco vicino e fucilato, dopodichè, giunti nei pressi del mulino Castelletto, fucilarono il partigiano Santi Gino. Il partigiano Zilliani venne catturato, e salvatosi per la sua giovane età, venne deportato in Germania, da dove potè far ritorno dopo la Liberazione.
Nota
[1] Arnaldo Domenico Rosolino Ferragni (Cremona, 4 novembre 1896 – Cremona, 26 luglio 1973) è stato un politico, antifascista e giornalista italiano, fratello del senatore socialista Gaetano Ferragni, figlio del politico radical-democratico Luciano Ferragni e nipote dei patrioti Gaetano e Francesco Ferragni (rispettivamente nonno e pro-zio, vedi famiglia Ferragni). Mario Coppetti conobbe Carlo Rosselli a Parigi, dove era rientrato ai primi di giugno del 1937 dalla guerra di Spagna per il riacutizzarsi di una flebite. Lo ricorda così: «Una mattina dei primi di giugno, come altre volte in precedenza, vado con Amigoni e l’Ausenda, entrambi fuoriusciti cremonesi (Arturo Amigoni e Celeste Ausenda erano arrivati a Parigi nel 1936 e abitavano in Rue dell’Atlas 19, vennero arrestati 5 luglio 1940 e assegnati al confino, ndr), presso la sede di “Giustiza e Libertà” in Buolevard Saint Michel e là incontriamo con altri Carlo Rosselli appena rientrato dal fronte di Huesca.