Carlo II° - Re Roberto - I tempi dei di Durazzo - Montecalvo nel trecento storico.
Secondo quanto si rileva dalla storia, presa la corona regia Carlo II d’Angiò - l’opera del suo genitore, fu da lui continuata nel regno - così pure dal suo primogenito, Re Roberto - mantenendo nei feudi quasi tutti i favoriti dal padre - e rinnovando la serie dei baroni - conti ed altri feudatari, secondo la necessità.
Tra i conti, baroni e feudatarii del nostro regno , cui re Roberto impose di seguire il Duca di Calabria, suo figliuolo nella guerra di Toscana , troviamo il « Comes Ariani » che fu iscritto come ammaestrato nell’arte della guerra, in uno ad un gran numero di Conti, baroni e cavalieri provenzali e regnicoli ,anno 1325-1326 - in Registro Regis Roberti. Alla di lui morte raccolse l’eredità del regno la sua nipote Giovanna I. Circa il periodo di questa disgraziata regina ,come quello brevissimo del di lei successore Carlo III° di Durazzo, non è agevole riassumere. La fisionomia di questi tempi, la rileviamo dalla storia ,e conosciamo 1’ambiente storico in cui visse la nostra terra, in tutto il trecento. in quest’epoca feudale, la nostra terra fu partigiana degli angioini. Un’altra notizia relativa a questi tempi la rileviamo da Elio Marchese - Tra i feudatari napoletani, troviamo la famiglia Carbone di stirpe francese,padrone di molte terre, una delle prime per nobiltà, in Italia ,avorita da Carlo I di Angiò. Fra queste terre possedeva Montecalvo, ma ne fu spogliata, insieme alle altre dalla Regina Giovanna I - e l’autore ne ignora le cause - (Vedi Elio, De Carbonibus.)
Nell’ anno 1351 - papa Clemente VI, pubblicò una sua bolla in Avignone - con la quale stabiliva i nuovi confini del tenimento e distretto della città di Bene vento, designando il territorio pontificio in queste nostre contrade.
Con un’altro rescritto ufficiale del medesimo anno, all’Arcivescovo di Benevento - gli comandava di mettere in possesso dei cennati luoghi il Rettore di Benevento, ciò è a dire il suo luogotenente - a nome della Sede Apostolica (Vedi Bollario - o Memorie Cronologiche dei Vescovi di Benevento - Pompeo Sarnelli - p. 203-207.
I documenti storici di papa Clemente ci dimostrano che Montecalvo , malgrado i rivolgimenti , non fu compresa nel distretto di Benevento, come altre terre, che furono annesse alla città della Chiesa e soggette al potere del Papa, per la nuova determinazione di confini.
La vita feudale dei nostri avi, era conforme agli avvenimenti storici narrati erano tempi in cui non vi erano assicurazioni per la loro vita
Dopo la fine tragica di Carlo di Durazzo, il Conte di Ariano, Nicolò Sabrano ,ardente fautore degli angioini, venne eletto a deputato « per il buono stato del Regno » lasciando al suo posto nell’ anno 1385 , l’ultimo conte della stirpe dei Sabrano, che fu Ermengaldo ,il secondo del suo nome. L’ uno e l’altro tennero la nostra terra, insieme, a quella di Apice. In pari tempo, abbiamo notizia che il re Ladislao, figlio di Carlo, gli confermò le suddette terre.
Nè è a dire del periodo di Ladislao, che per libidine di danaro, tiranneggiava e spogliava dei loro beni i baroni, per immaginario delitto di fellonia. (Vedi Ubaldini - Del rinascimento del feudo Cap. IX.)
In questi tempi dì Ladislao d’Angiò, abbiamo no tizia che un Gentile di Montecalvo ,ebbe la terra di Paduli. (Vedi Alf. Meomartini - I comuni della Prov: di Benevento-p. 118).
Particolarmente accadde nella guerra contro Lodovico d’ Angiò, e contro papa Giovanni XXIII, (B. Cossa) che per inutili pretesti, toglieva ai signori le loro terre, in modo che tutti si stimarono malsicuri dei loro beni. Summonte L. 4). Ermengaldo perdette le surriferite terre da Ladislao , per aver combattuto il suo partito, mandandovi un governatore .(Vedi Registro dei re angioini , per l’anno 1417). Intorno all’anno 1400, il dì 19 Febbraio Re Renato spedì dalla città di Lucera un privilegio all’Università e uomini di Montecalvo , in 48 capitoli . Indagheremo meglio su ciò.
Tra i feudatarii di Montecalvo, in anno 1413-14- troviamo l’antica famiglia De Buccaplanulis (P. Borrello pag. 61.) Fu padrone di molte terre e castelli in terre sannitiche, per una serie di oltre duecento anni. Al tempo di re Manfredi fu costretta a seguirlo (jure feudi ) nella guerra contro i domini pontificii , in anno 1260. Siamo in tempi di arbitrio medioevale, ed è inutile indagare circa le cause che ne determinarono lo spoglio.
Da un memoriale che riassume un’antica lite tra l’Università di Montecalvo e quella di Casalbore per il libero pascolo nel bosco di Mazzocca e per il diritto di proprietà su le Matine di Pietra piccola (Mal vizza) terminata con soddisfazione di Montecalvo, rileviamo dalla deposizione dei testimoni che i territori di Pietra piccola ed Amando (terra distrutta) furono comprate, comunemente, da Ariano e Montecalvo, intorno a questi tempi. Ulteriormente poi, per volontà di Don Inigo Guevara - al tempo di Alfonso I° D’Aragona, furono divise dette terre. Amando restò ad Ariano e Pietra piccola a Montecalvo. Questa ed al tre notizie, dimostrano che le condizioni finanziarie del tempo, erano sufficientemente buone.