Montecalvo e i liberali del 48.
Nel 1848 si avverarono altri rivolgimenti. Erano tutte le regioni d’ Italia - infiacchite da diversi secoli di decadenza che insorgevano reclamando la indipendenza politica e la liberazione da ogni servitù. Questo era il pensiero e il sentimento nazionale. Nel nostro regno delle Due Sicilie, il malcontento non era cessato contro i Borboni. Uomini insigni nelle discipline civili e penali, di tutte le provincie meridionali, non mancarono di domandare al re un governo rappresentativo. Siamo al 28 Gennaio 1848. « Ferdinando II° di Borbone, re di Napoli (il re Bomba) succeduto a Francesco I - in seguito alla dimostrazione popolare liberale del 27, accoglie il parere favorevole dei suoi fidi, perchè venga concessa al popolo la Costituzione; scioglie il Ministero, e con i nuovi ministri, scelti tutti fra le personalità più spiccate del Partito Liberale, getta le basi di uno Statuto. Il 29 Gennaio 1848, si
pubblica in Napoli il Decreto Reale, che promette la Costituzione e dà piena amnistia. »
Ma quelle parvenze di libertà, venivano, mano mano, soffocate con la forza e rese di nessun valore. Il parlamento elevava indignata protesta - dettata dal nostro P. S. Mancini contro il Borbone - il 15 Maggio 1848. Il re accolse la protesta sciogliendo la Camera, e mutando, a suo arbitrio, le circoscrizioni Provinciali in Distrettuali. Mancini fu rieletto a pieni voti a nostro Deputato del Distretto di Ariano di Puglia. Difese i destituiti del 1821 , mise in evidenza i sacri diritti del suo popolo - incoraggiò il movimento.
Complicato nel processo politico del 15 Maggio 1848 - « d’avvocato era mutato in complice e condannato in contumacia a 25 anni di ferri. » Prese scampo in Piemonte, portando con se la nostalgia per la libertà della Patria.
Montecalvo partecipò al movimento della nuova Italia, incoraggiato dal Mancini e da altri uomini del luogo - e mostrò la sua fede patriottica con la stessa fermezza dimostrata nel 1820.
Nella vicina Ariano si formava il governo provvisorio, dai noti caporioni De Miranda - i Polcari - De Florio di Montecalvo - Pietro Narra, similmente di Montecalvo - avendo partè agli avvenimenti T. Grasso, P. Parzanese - D. Giuseppe ed Orazio Santosuosso col loro congiunto di Montecalvo Antonio Santosuosso avo paterno dell’ umile storico - ed altri ; mentre in Montecalvo si segnava una data di persecuzione. Si veggano gli innumerevoli processi, conservati nell’Archivio Provinciale di Avellino, relativi a quell’epoca - e si avrà la prova della nostra affermazione.
Naturalmente, come in tutte le cose di questo basso mondo - anche allora vi furono le due correnti. La conferma diretta di ciò che si afferma, si ha dai documenti dell’epoca, generalmente risaputi, perchè già pubblicati, editi, passati alla storia e che per dovere d’ imparzialità, riportiamo senza alcun commento. Di chi la colpa? Per conto nostro, facendo astrazione su uomini e cose - riteniamo che la colpa fu dei tempi, e di quel poeta, che aveva cantato « Borbonium nomen venerabile ab omnibus » poichè quel canto fu suggestione.
La storia non può essere scritta se prima non è fatta, diceva Luigi Settembrini. Per Montecalvo la storia di questo difficilissimo periodo si è fatta purtroppo, e, debolmente, l’abbiamo anche scritta in più capitoli ma per ragioni indipendenti dalla nostra volontà, non possiamo pubblicarla. Censura...
Da "Pagine di Storia civile" di Padre Bernardino Santosuosso - Montecalvo Irpino - 1913