ETIMOLOGIA DEL NOME MALVIZZA DI MARIO SORRENTINO
”Il nome MALVIZZA è un termine composto, analizzabile come male e vizza, che del resto corrisponde integralmente all’espressione dialettale locale). Si tratta di due aggettivi (riferiti ovviamente al sostantivo sottinteso “terra,”) , il primo dei quali è da riferire all’aggettivo latino “maleficus”; e il secondo all’aggettivo di grado comparativo, sempre latino, “vietius”, il quale, nel grado positivo, fa “vietus”, che significa “ripiegato su se stesso, vizzo, troppo maturo, rinsecchito”. E che applicato ad un terreno in senso figurato poteva esprimere il senso “esaurito, che non dà più frutto”; e applicato ad una donna o ad un animale femmina poteva significare anche “sterile, non in grado di fare più figli”..
Da queste premesse derivo l’ipotesi: “MALVIZZA”> “terra malefica che non dà frutto”.
Ma la Malvizza nel suo insieme non è una terra poco fertile, dunque?
Bisogna allora pensare che questo nome sia dovuto alla presenza da quelle parti della manifestazione di vulcanesimo minore chiamato localmente Le Bolle, dove la terra è sterile. Il termine, sia pure specifico di una parte tutto sommata molto limitata come spazio, dà nome all’intera contrada per “sineddoche “, un traslato di senso che spesso agisce in toponomastica, per cui la parte dà nome al tutto di cui fa parte, se questa per un suo senso “notevole e predominante” qualifica quel tutto di cui è, in un certo modo, il cuore.
Per scrupolo, aggiungo che alcuni localmente credono che il nome della contrada derivi dal nome di un uccello che viene cacciato nella zona. Si tratterebbe del malivizzu. Sembra evidente che sia invece l’uccello ad aver ricevuto l’appellativo dalla zona dove passa, non so se per migrazione, e non viceversa.
Tornando a “maleficus”, “che fa male, che è dannoso”, usato nel nostro caso al femminile e con connotazione anche morale e religiosa, è molto probabile che l’aggettivo richiami l’idea dell’infernale, dell’arcano, ecc. da sempre associata nelle leggende cristiane e nel folclore, in genere, alle nostre Bolle.””
Mario Sorrentino
Etimologia del nome della Malvizza Contributo inedito del dott.
Caro Alfonso ho letto l’interessante disquisizione operata sulla etimologia del nome MALVIZZA.
Se mi consenti, oltre all’apprezzamento dovuto all’autore della ricerca, Mario Sorrentino, pubblicata sul tuo sito, mi sento in dovere di dare il mio piccolo contributo, riportando le seguenti considerazioni:
a) Il toponimo di che trattasi è riportato in alcuni documenti con la dizione MALVITIAE trasposizione dei termini classici MALA-VICTIA- da tradursi nel senso di luogo di Cattive Malvagità - Cattivi Vizi, credo in riferimento ai fatti connessi alla cultura popolare e alla vicenda (della c/da Malvizza) dell’Oste famoso, che più cattivo del Diavolo,derubava i suoi avventori assassinandoli e/o propinava carne umana,anche di bambini;
b) il toponimo,ancora, in altri documenti è riportato con la dizione di MALAVIZZA o MALIVIZZA, trasposizione dal classico della unione dei termini MALA e VICTA (vizza) a simboleggiare la Sconfitta del Male Supremo, per il solito legame alla leggenda dell’Oste malefico,che sprofondò negli inferi per intervento degli stessi demoni (perché più malefico di loro) e (altra variante) per l’intervento di San Nicola , che fermatosi alla locanda per riposare e nel compiere il rituale atto benedicente al cibo propinatogli,dal perfido oste,decretò la resuscitazione dei bambini, tramutati in pasto.
La nascita delle Bolle della Malvizza, fenomeno naturale inspiegabile,venne così accomunata alla leggenda,o meglio forse si verificò l’esatto contrario.
Sta di fatto che il luogo metteva paura e i miasmi puzzolenti,infettavano l’aria che si rendeva irrespirabile ,tanto da essere evitata anche dagli uccelli,dal ché nasce la trasposizione etimologica dell’ultimo significato della parola composita Malvizza:
C) MALA-AVIS -Luogo non buono per gli Uccelli.
Nella speranza di aver dato un piccolo contributo alla miglior conoscenza del territorio,spero che il dibattito sulla nostra terra trovi sempre maggiori estimatori e appassionati.
Montecalvo Irpino 27/4/2005
Dott. Antonio Stiscia
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