Il papa e la condanna della chiesa Beneventana
Il tema è destinato ad aprire un acceso dibattito, su quanto sia vasto il fenomeno della superstizione. Una parola usata dall’allora cardinale Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede”. Fu lui a celebrare il congresso eucaristico, facendosi portavoce del messaggio di Giovanni Paolo II°davanti ai fedeli e alla Chiesa di Benevento. E fu allora che si lanciò il giudizio che sembra risuonare come un anatema: «Chiesa di Benevento! Sii vera e propria “comunità eucaristica”, che tenta il recupero dei “lontani” attraverso l’opera diuturna della “catena dei messaggeri”, iniziativa quanto mai opportuna, al fine di perfezionare la riconversione ambientale, bonificando il Sannio e l’Irpinia da residue sacche di superstizione e di inadeguate concezioni della religiosità».
E’ questo il passaggio che solleva non poche perplessità, e che segna anche il giudizio, datato tre anni fa, del vaticano sulle due province meridionali. In quella stessa occasione, Giovanni Paolo II e oggi Benedetto XVI fecero un altro appello:«Amata Chiesa di Benevento! La Vergine Santissima delle Grazie ed i tanti Santi che vegliano su di te - da san Bartolomeo apostolo a san Gennaro e san Barbato, da san Pompilio a san Giuseppe Moscati e sant’Alberico Crescitelli sino al beato Pio da Pietrelcina - ti aiutino a proseguire con rinnovato slancio nel tuo cammino di fede e di testimonianza dei perenni valori cristiani. Ti ottengano molte e sante vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione, perché non manchi mai ai tuoi figli chi spezza il pane della Parola e dell’Eucaristia». In quella stessa occasione si esortava la chiesa sannita, di cui fanno parte diverse parrocchie irpine, a “proseguire” con costanza e generosità nell’impegno dell’adorazione eucaristica settimanale, recentemente ripreso, attivando numerose e partecipate “scuole di preghiera”, dove accogliere i tanti giovani, desiderosi di scoprire in Gesù il loro compagno di viaggio. Valorizza i “centri di ascolto” per approfondire il mistero eucaristico con i fratelli di fede, mobilitando le famiglie perché assumano con responsabilità il ruolo difficile ma esaltante dell’educazione alla fede dei propri figli. “Moltiplica la tua cura e la testimonianza di solidarietà verso i malati e gli anziani, i poveri e gli emarginati, ognuno coinvolgendo in una crociata di preghiere per il trionfo di Cristo e della sua Chiesa”.
dal Corriere dell'Irpinia