BERTINOTTI PRESIDENTE

Salve. Sono uno dei primi firmatari in Irpinia dell’appello scritto da Pietro Ingrao e Heidi Giuliani per appoggiare la candidatura di Fausto Bertinotti alle elezioni primarie del centro-sinistra che si terranno il prossimo 16 Ottobre.

L’intento principale che fonda l’Unione, che costituisce “un’alleanza inedita nella storia d’Italia” – come viene definita nel documento di Ingrao e Giuliani -, è ovviamente battere Berlusconi, per arrestare le ignobili politiche di un centro-destra retto sulla triade forzista-leghista-postfascista, pur verificando che stanno prendendo forza le correnti neodemocristiane e filo-clericali che fanno capo a Pera e Casini, rispettivamente Presidente del Senato e Presidente

della Camera.

Per sconfiggere questo blocco politico conservatore e, in buona parte, reazionario, occorre creare una valida alternativa di governo, capace di esercitare un’efficace spinta di rinnovamento della società, della cultura e della politica del nostro Paese, straziato e devastato dalle nefandezze di un governo che si è rivelato il peggiore degli ultimi 50 anni!

In tale ottica le Primarie, seppure siano un’istituzione importata dalla tradizione nordamericana, che non ci appartiene e ci è estranea, potrebbero contribuire ad avviare un grande ciclo di partecipazione democratica e popolare, promuovendo una sorta di “rivoluzione dolce” su scala nazionale, alla stessa stregua – se possibile – di quanto è accaduto in Puglia con la vittoria di Nichi Vendola alle Primarie pugliesi e poi alle elezioni regionali dello scorso Aprile.

Per tali ragioni abbiamo costituito ad Avellino un Comitato provinciale che è formato da vari esponenti della società civile. Si tratta di un comitato composto da operai, lavoratori precari, insegnanti, sindacalisti, amministratori locali, pensionati, liberi professionisti, intellettuali, eccetera.

Pertanto, tale iniziativa non va ritenuta un’emanazione diretta di Rifondazione, ma nasce da istanze diffuse nella società irpina, è un’azione scaturita dallo sviluppo di un movimento plurale ed eterogeneo, nel quale confluiscono e convivono insieme diverse anime ed esperienze.

D’altronde, nemmeno il sottoscritto è un esponente di partito, in quanto non è tesserato con il P.R.C. da almeno 3 anni. Tuttavia, ho ugualmente deciso di aderire all’appello di Ingrao e Giuliani, pur mantenendo uno spirito critico e un orientamento sempre vigile e dubitativo. Ho comunque deciso di impegnarmi a favore della candidatura di Bertinotti soprattutto perché il leader di Rifondazione riassume e rappresenta meglio di altri tutte quelle soggettività politico-sociali che all’interno dell’Unione esprimono le posizioni più critiche e più radicali, quindi più vicine alla mia formazione e alla mia visione della politica, della società, della cultura. Dunque, c’è soprattutto un rapporto di vicinanza e di affinità ideale, intellettuale e politica che mi induce a prendere una posizione favorevole alla candidatura di Bertinotti. Il quale dovrà confrontarsi non solo e non tanto con il favorito che è Romano Prodi, quanto soprattutto con figure minori come Pecoraio Scanio, schierato proprio per infastidire la candidatura del leader di Rifondazione.

Dunque, io credo che avallare la sfida lanciata da Bertinotti voglia dire provare ad esaltare ed affermare nel programma di governo del centro-sinistra, le ragioni, le rivendicazioni e le posizioni di quella sinistra cosiddetta “antagonista” e “alternativa” che è presente in Parlamento attraverso il P.R.C., ma è presente soprattutto nella società, in modo particolare laddove sono in atto vertenze e battaglie in difesa dei diritti sindacali, civili e delle libertà democratiche della gente comune, dei lavoratori, delle persone più deboli e indifese. Una sinistra che, a partire dalle mobilitazioni anti-G8 di Genova nel Luglio 2001, si è apertamente schierata contro il nuovo militarismo guerrafondaio che è intervenuto, con tutta la sua devastante potenza bellica, nel conflitto in Iraq e che si serve della strategia della cosiddetta “guerra preventiva” voluta e perseguita dall’amministrazione Bush.

Una sinistra che si oppone alle politiche neoliberiste, antipopolari ed antioperaie, portate avanti da quegli organismi economici sovranazionali che dirigono l’economia planetaria, condizionando e limitando notevolmente l’azione e la sovranità politica degli stessi stati nazionali (si pensi ad istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, il WTO, ecc.).

Una sinistra che rigetta il modello vigente di globalizzazione economica, un sistema disumano, violento e liberticida, nella misura in cui tende ad omologarci e a renderci tutti semplici e stupidi consumatori delle stesse merci, degli stessi programmi televisivi, persino dei medesimi bisogni e desideri (di natura economica e consumistica), dall’Europa alla Cina, dagli U.S.A. all’India, dal Canada all’Australia. Una sinistra, dunque, che si batte contro un tipo di società che ci aliena e ci estrania dalla nostra umanità e individualità concreta, trasformandoci in aride cifre utili per le statistiche e le indagini di mercato, per i sondaggi elettorali, ecc. Una sinistra che ha combattuto il dogma del “pensiero unico”, ormai crollato, ma che fino a pochi anni fa era ancora egemone.

Una sinistra che denuncia il crescente imbarbarimento dei rapporti interpersonali causato dalle nuove ossessioni sicuritarie, xenofobe ed egoistiche, dilaganti in occidente nel nome di una presunta “lotta al terrorismo”. Infatti, prendendo a pretesto l’inquietudine diffusa tra la popolazione, i governi occidentali spingono verso un inasprimento della legislazione in materia di immigrazione, sacrificando sull’altare della “sicurezza nazionale” lo stato di diritto, mentre i mass-media alimentano ed amplificano la paura del “diverso”, proponendo l’assurda equazione “migrante=clandestino=terrorista”, un’equazione teorizzata e formulata apertamente dallo stesso ministro dell’Interno Pisanu. A me pare che questo tipo di disinformazione e di propaganda xenofoba e razzista, rischi di sortire effetti assai più pericolosi e nocivi del terrorismo stesso, nella misura in cui si cerca di istigare un sentimento di paura, diffidenza e di avversione nei riguardi di esseri umani che devono subire anche il marchio infamante di “clandestini” soltanto perché non hanno altra scelta che quella di fuggire dalla fame, dalla povertà, dalla miseria e dall’oppressione che li attanaglia e li perseguita nel proprio Paese d’origine.  

Dunque, dare forza e sostanza alla presenza del P.R.C. nel centro-sinistra, credo che sia il modo migliore per dar voce agli invisibili, per accrescere il potere contrattuale dei soggetti socialmente più deboli e meno privilegiati (come appunto i migranti), delle classi lavoratrici e popolari del nostro Paese, sia nella fase di elaborazione del programma politico, sia soprattutto nel momento della sua esecuzione, vale a dire durante l’azione di governo, ovviamente dopo la vittoria che mi auguro alle prossime elezioni politiche del 2006.

Tradotto in concreto, tale discorso significa, ad esempio, porre con la massima urgenza tra le priorità programmatiche, talune questioni che sono centrali e cruciali come l’ABOLIZIONE IMMEDIATA di alcune leggi vergognose emanate dal governo Berlusconi. Penso anzitutto alla Legge 30 (meglio nota come Legge Biagi) e alla famigerata controriforma Moratti, che ha fatto e sta facendo regredire di parecchi decenni la parte migliore della scuola italiana.

A questo riguardo occorre fare un po’ di autocritica da parte del centro-sinistra, e lo dico senza spirito polemico o disfattistico. Bisogna ammettere e ricordare che tali leggi sono due esempi di radicalizzazione e di estremizzazione compiuta dall’attuale governo sulla base di precedenti riferimenti normativi. Voglio dire, ad esempio, che la Legge Biagi, che ha reso ancora più precario e ricattabile il diritto al lavoro di milioni di giovani soprattutto meridionali, ha rinvenuto un chiaro e preciso riferimento nel cosiddetto “pacchetto Treu”, promulgato da un governo di centro-sinistra, un pacchetto di norme che, tra le altre cose, ha permesso l’istituzione in Italia delle cosiddette “agenzie di lavoro interinale”, generando effetti di crescente precarizzazione delle condizioni di vita e di lavoro di una grossa fetta della nostra società.

Parimenti è innegabile che il governo Berlusconi abbia trovato la strada spianata anche per altri interventi legislativi, ad esempio in materia di immigrazione (si pensi alla Legge Bossi-Fini), o rispetto alla “riforma” della scuola. La legge n. 53 del 2003, ossia la “riforma Moratti”, è stata favorita e preparata da precedenti iniziative normative assolutamente infauste e controproducenti assunte da governi di centro-sinistra nelle scorse legislature.

Inoltre, anche nella fase attuale è evidente un’aspra conflittualità nel centro-sinistra nazionale, che troverà piena espressione nella competizione elettorale delle Primarie. Lo scopo di questo clima di “belligeranza” all’interno dell’Unione è la conquista dell’egemonia, per cui sono in atto contese per determinare gli equilibri interni. Inoltre, mi pare che si voglia indebolire e marginalizzare proprio quelle tendenze e quelle soggettività che difendono le istanze e i diritti dei più deboli, degli invisibili, dei migranti, dei disoccupati, dei lavoratori precari, ma anche di quei ceti medi che negli ultimi anni hanno visto letteralmente dimezzato il proprio potere d’acquisto, nella misura in cui con l’avvento dell’euro sono state permesse e favorite speculazioni prolungate, selvagge e senza alcun controllo, e nel contempo non è stata perseguita una saggia politica in difesa dei redditi dei lavoratori, e mi riferisco ai salariati del settore produttivo ma anche agli statali, che ormai non costituiscono più un ceto privilegiato e benestante come un tempo.

Quindi, dicevo che si vuole indebolire, oscurare e contrastare l’azione di Bertinotti e del P.R.C., nella misura in cui si vuole emarginare e subordinare quel blocco sociale che si è costituito negli ultimi anni attraverso l’unione delle lotte anticapitaliste condotte dai movimenti (da Seattle a Genova e oltre) e le nuove vertenze della classe operaia. In tal modo, si cerca di costringere la “sinistra antagonista”, rappresentata in Parlamento da Rifondazione comunista, in un ruolo di subalternità e di complemento, utile solo in quanto serbatoio elettorale a sostegno di Prodi.

Pertanto, per impedire e battere un simile progetto moderato, neocentrista e neoconservatore, nonché filo-confindustriale, che si sta delineando anche nel centro-sinistra (nazionale e locale), è a mio avviso necessario sostenere la candidatura di Bertinotti alle Primarie.

Uniamoci, dunque, per vincere un’importante battaglia in corso nel centro-sinistra, in modo tale da sconfiggere Berlusconi da posizioni di sinistra, ossia rafforzando e privilegiando le ragioni della sinistra, per evitare e frenare una pericolosa deriva neodemocristiana che attraversa gli schieramenti e che già in occasione del referendum contro la Legge 40 ha unificato le forze più reazionarie e più oscurantiste del Paese, presenti sia nel centro-destra che nel centro-sinistra.

 

Lucio Garofalo

I visitatori dal 30/11/2002 fino ad oggi sono:

Pin It