Prefazione

L’idea di ricostruire quello che c’era da ricostruire e restaurare ciò che si poteva della Chiesa di San Nicola è venuta circa sei anni fa ad un gruppetto di ragazzi della contrada Corsano (alcuni come me non tanto ragazzi), che sulla scorta dell’esperienza positiva vissuta qualche anno prima con il rifacimento della Cappella votiva in onore della Madonna di Pompei, si sono avventurati in questa ben più ardua impresa. Quello che il visitatore poteva notare dopo il sisma del 1962 e quello del 1980 era un cumulo di detriti dove, negli ultimi anni era cresciuta una fitta vegetazione, soprattutto rovi. Da questo stato di fatto si può dedurre che lo spirito di sacrificio profuso e l’abnegazione per portare a compimento l’opera di risanamento, sono stati notevoli. Oltre al legame affettivo (il sottoscritto nella Chiesa ha ricevuto la Prima Comunione), la ragione che ha dato impulso all’idea di recupero è stata quella di tramandare ai posteri il notevole bagaglio storico che porta con se la Chiesa di S. Nicola in Corsano. Lo scopo della compilazione di questo opuscolo è rendere l’idea, ad uno sconosciuto visitatore della stessa Chiesa, di quello che essa ha significato nel passato. Il fervore che ha investito i componenti dell’Associazione Culturale “Corsano”, appositamente costituito, ben presto si è trasmesso alle famiglie, le quali sono state e saranno ancora per molto tempo, spero le vere protagoniste dell’opera.

Oltre che finanziare direttamente, esse lavorano ogni anno per dar vita alla ormai famosa Sagra del Pomodoro e dell’Agnello”, che si svolge il sedici Agosto e dalla quale hanno origine i maggiori proventi economici. Oltre alle famiglie della Contrada, discorso a parte merita il responsabile tecnico dei lavori: l’Ingegnere De Marco da Benevento. Amedeo, prima solo amico di famiglia dell’Assessore Giancarlo Di Rubbo, è divenuto ben presto amico anche di Corsano, dando un notevole input tecnico ed economico all’intero progetto. Il buon esito dell’iniziativa, lo si deve, oltre ai motivi già accennati, anche ad altri fattori, tra i quali il poter trovare tra di noi, di volta in volta, sia i mezzi che le persone capaci di fare i più svariati lavori, con umiltà e sacrificio, senza mai tirarsi indietro.

Di notevole spessore è stato anche l’apporto dato dalla falegnameria dei Fratelli Caccese. Monumentale la pazienza mostrata dalla famiglia degli eredi di Carlo Parzanese per tutto quanto hanno dovuto, e saputo sopportare.        Non cito tanti altri parimenti meritevoli per non annoiare il lettore che non conosce i personaggi  in questione

Giovanni Di Rubbo



Chiesa di San . Nicola

Fondata da profughi pugliesi intorno al nono secolo, ha conosciuto il suo massimo splendore nel periodo che va dal 1400 fino al 1656 (anno della famosa peste narrata dal Manzoni). In questo lungo pendo sia la Chiesa che il Castello feudale di Corsano conobbero notevole crescita socio-religiosa. Testi storici narrano però che anche prima, Corsano, era centro abitato di una certa entità, tale da fornire cavalieri e  scudieri per le Crociate. Nel 1748 il feudo fu acquistato dalla signora Vittoria vedova Pedicini che poco tempo dopo lo donò al figlio Francesco Marchese di Luogosano. Francesco Pedicini nobile beneventano restituì l’antico splendore alla Chiesa, la restaurò e l’arnicchì di arte sacra ribadendo non solo la sua importanza sotto il profilo strettamente religioso ma anche quel ruolo strategico culturale che la colloca tutt’oggi al centro, tra cultura napoletana e cultura pugliese. La chiesa dopo vari cambi di proprietari, (ultimi la famiglia Cucchi), ha subito diversi eventi sismici che hanno minato fortemente la sua esistenza, come del resto tutte le altre abitazioni del luogo. Il culto è stato officiato fino al terremoto dell’agosto 1962, quando notevoli danni quali il crollo del tetto e parte dei muri ne hanno decretato l’abbandono per quasi 40 anni. Fedele testimone dell’artigianato muramo locale è l’arco centrale, miracolosamente scampato ai vari terremoti. Dopo circa 6 anni di intensi e in certi casi radicali lavori, la Chiesa di S. Nicola il 9 dicembre 2000, alle ore 16,00 ha aperto le porte alla sua contrada mostrando tutto il suo particolare e antico splendore, per la gioia dei suoi fedeli.

Il beato Felice da Corsano.

Brillante mente religiosa. contemporaneo di M. Lutero, ebbe i natali in quel di Corsano verso la metà del XIV secolo. Tenace esecutore delle regole di S Agostino, fu lui stesso titolare di una riforma religiosa sicuramente ancora più ferrea degli Eremiti Agostiniani. La riforma religiosa chiamata ‘Ilicetana”, prese il nome dal posto dove per lungo tempo soggiornò il beato Felice, Deliceto che a quei tempi si chiamava appunto iliceto, in provincia di Foggia. Questa riforma coinvolse in breve tempo, sotto la spinta del frate, ben 14 conventi, tra le regioni: Puglia, Campania, Molise e Basilicata. Corsano allora era convento, uno dei 14. A Montecalvo Irpino tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500 gli agostiniani e il beato Felice hanno gestito l’ospedale di S. Caterina lasciando segni indelebili del loro operato. Inalterato nel tempo è rimasto il culto per questo frate presso il Santuario della Consolazione a Deliceto, dove ancora è ben visibile tutt’oggi, la misera grotta dove egli viveva e pregava. Molto suggestiva è la figura che ne scaturisce dalla credenza popolare, ove si narra che “un corvo, tutti i giorni portasse un pezzo di pane nella sua grotta, mentre era assorto in preghiera”.

Devoti del beato Felice sono stati sia S. Alfonso dei Liguori grande dotto della Chiesa patrono di Nola, autore della novena natalizia “Tu scendi dalle stelle”, sia S. Gerardo Maiella che oltre due secoli dopo la morte del frate, hanno soggiornato a lungo nel Santuario della Consolazione.

Ricerche approfondite fatte nella sede romana del Centro Generale Agostiniano hanno accertato che la morte del Frate è avvenuta nel 1523. Gli stessi documenti però non precisano il luogo della sua morte e sepoltura anche se è probabile che le sue spoglie si trovino sotto le mura del Santuario della Consolazione.

Appunti del Vicario Generale della Curia Arcivescovile di Benevento * Mons. Pompilio Cristino      

Dire Corsano, per me montecalvese,    significa tante cose: tanti ricordi, tante esperienze, tante soddisfazioni. Da ragazzo Corsano era il Castello,            prati con le sue ampie sale e i suoi sotterranei, dove ambientavamo i tanti racconti fantasiosi che ci trasmettevano i nostri nonni; ma era anche il luogo dove, con gli amici, andavamo a cercare la famosa “liquirizia” da gustare in spensierata compagnia. Corsano era, ancora, la Festa della Cappella”, che si celebra e, ancora oggi, si celebra, il giorno dell’Ascensione nel mese di maggio: occasione per lasciare il paese e andare, attraverso sentieri di campagna, con allegre comitive, a vivere tra il verde un rilassante pomeriggio primaverile. Divenuto sacerdote, Corsano è diventata la zona di una bella avventura: una popolazione calda e ospitale, una fede fresca e genuina, della gente sempre pronta e disponibile per ogni iniziativa.

Tanti i progetti: c’era un prefabbricato malandato che ci accoglieva per la Messa domenicale; c’era la cappella” da ristrutturare; c’erano i ruderi di una antica chiesa da recuperare e restituire alla originale bellezza.

Dai progetti ai fatti: veniva ripulito il prefabbricato per vivere insieme la notte di Natale del 1979; si costituiva un comitato per ricostruire la cappella e subito appariva il carattere di una popolazione disponibile e laboriosa. E finalmente a maggio del 1985, presente l’allora Arcivescovo Mons. Carlo Minchiatti, la nuova cappella veniva benedetta e diventava il segno forte della grande collaborazione esistente nella contrada. Restava infine la Chiesa: di nuovo entravano in azione l’entusiasmo e la disponibilità degli abitanti guidati dai parroci don Giuseppe Girardi, prima, e don Teodoro Rapuano, poi.

Oggi Corsano è una bella realtà: lo dimostra la “gloriosa” Chiesa di S.Nicola riaperta al culto il 9 dicembre 2000, Anno Santo, da S.E. Mons. Serafino Sprovieri e sono convinto che, come essa è stata un punto di riferimento sicuro nei secoli passati, così resterà nel nuovo millennio il segno di una popolazione che, radicata nel proprio passato ricco di fede, si proietta nel futuro conservando e promuovendo i valori della semplicità, della solidarietà e della laboriosità.

LA CHIESA DI CORSANO

Si trova nella contrada di Corsano, sede dell’antico demanio omonimo, distrutto dalla peste del 1656. Si possono ammirare ancora i resti della chiesa abazziale di San Nicola in Corsano, testimonianza di un passato illustre ed autonomo. La chiesa è stata abbandonata dopo il terremoto del 1962.

L’EGLISE DE CORSANO

Elle se trouve dans le quartier “Corsano” , site de l’ancien domaine homonyme, détruit par la peste de 1656. On peut voir encore les ruines de l’église abbatiale de Saint Nicolais en Corsano, Témoignage d’un passé illustre et autonome. L’église a été abandonnée après le tremblement de terre de 1962.

THE CHURCH IN CORSANO

In Corsano, located in the ancient homonymous feud destroyed by the plague in 1656, the ruins of St. Nicholas abbey are stilI visible, as a proof of a renowned past. The church’ has been abandoned after the earthquake in1962.

I visitatori dal 30/11/2002 fino ad oggi sono:

 

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