Serio incidente con sospette fratture a Vincenzo Montano
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Ieri sera, 17 febbraio, erano passate da poco le ore 20, quando l'autovettura AUDI SW guidata da Giancarlo Palladino ha urtato l'ottantenne Vincenzo Montano che stava attraversando la strada tra palazzo Peluso e il piccolo piazzale antistante il nuovo comparto N. Pappano.
Nonostante Palladino procedesse a bassa velocità, l'urto è stato abbastanza violento. Montano è caduto a terra di peso e solo fortunatamente non ha battuto la testa, pare che abbia attutito il colpo con le mani.
Nei paraggi si trovavano sia il sindaco dott. Pizzillo che il dott. Lo Casale che, dopo aver prestato le prime cure, hanno aiutato i soccorritori, tra cui lo stesso Palladino (infermiere), i parenti e i Carabinieri, prontamente intervenuti, a distendere e immobilizzare il malcapitato (c'era il sospetto che avesse riportato delle fratture), in attesa che arrivasse l''autoambulanza da Ariano.
I volontari dell'Associazione Vita di Montecalvo erano già impegnati a prestare soccorso alla signora Cusano, zia del dott. Felice, che aveva avuto un serio malore e hanno dovuto provvedere al trasporto in ospedale in concomitanza con l'incidente occorso a Vincenzo "il carabiniere".
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Una vita da terremotata : Rosaria
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Montecalvo Irpino (AV), in una baracca nel 1962, in un container dopo il 1980, ora in una casetta asismica costruita per gli sfollati del terremoto del 1930. La storia di Rosaria.Ci sono persone a cui una vita rischia di non bastare per vedersi riconosciuto un diritto. La signora Rosaria, che oggi ha più di ottantacinque anni, nel 1962 ebbe la casa distrutta dal terremoto. Abitava al Trappeto. Un posto caldo, riparato dal vento con la casa metà in muratura e metà scavata nel tufo, fresca d'estate e tiepida d'inverno. Per darle un tetto, visto che il suo quartiere era stato dichiarato zona d'abbandono, le fu assegnata una baracca in legno costruita dai soccorritori. Allora l'epicentro del sisma fu proprio nell'arianese, ai confini tra Montecalvo, Melito ed Ariano. A Montecalvo ci furono anche dei morti. Per diversi anni la signora Iebba ha vissuto nella baracca, in attesa che le fosse riconosciuto il contributo per ricostruire la casa. Un bel giorno, quando gli amministratori decisero di togliere le baracche di legno per farle diventare depositi, a Rosaria fu assegnato un container arrivato subito dopo il terremoto del 1980. Una struttura moderna e funzionale, costruita dalla Soprefin di Genova, società del gruppo Finsider.