Da poco è entrato nel circuito delle librerie un bel volume del Montecalvese Antonio Stiscia. Si tratta di una intrigante saga familiare bene ambientata e coinvolgente. Le persone di una certa età, che hanno vissuto l’epoca trattata dal libro o ne hanno sentito parlare in famiglia da ragazzi, dalla narrazione vengono coinvolte e spinte ad arrivare, subito, alla fine del romanzo per rivivere quel periodo che caratterizzò un’epoca della comunità certamente non lieta. Il volume è incentrato sulla “vita” di una contadinella, Felicita, e di mi signorotto, Don Antonio, appartenente ad una famiglia blasonata e ricca che, ad un certo punto, per varie vicissitudini, si trova sul lastrico. Don Antonio, aveva un fratello che a Napoli, con dei soci, aveva aperto un istituto bancario. Ad un certo punto la banca fàllì e il rampollo della nobile famiglia montecalvese dovette vendere tutta la sua estesa proprietà per far fronte agli impegni assunti con i risparmiatori. Anche don Antonio, per evitare la brutta figura alla nobile casata, impegnò i suoi beni per salvare il fratello.E pensare che don Antonio aveva passato tutta la sua giovane esistenza a folleggiare e corteggiare, corrisposto, nei teatri di Napoli e Parigi, le statuarie ballerine. Tornato a Montecalvo (nel libro il paese non viene mai nominato), per un consiglio di famiglia, mentre andava a controllare le sue terre, il cavallo che montava, lo disarcionò e don Antonio riportò un grave trauma alla colonna vertebrale.
Passò tanto tempo immobile a letto, senza potersi muovere “nelle 40 e più stanze del palazzo di famiglia”, assistito amorevolmente dalla giovanissima orfana Felicita che era stata “adottata” dallo zio arciprete di don Antonio:
Don Fedele. La giovane dai capelli biondi come l’oro e dalla bellezza e dalla “solidità” di una sta- tua greca, giorno e notte assistette il “signorino”. La frequentazione quotidiana portò al “fattaccio”. La ragazza si scoprì incinta. Don Fedele, lo zio arciprete, per evitare lo scandalo la collocò fuori paese in casa di parenti fidati. Non l’abbandonò mai... Mi fermo qua.
Non svelo come l’autore fa finire l’avventura del donnaiolo Don Antonio. Sollecito il lettore a comprare il libro e a leggerlo. Scoprirà un’epoca e un “fattaccio” che, sebbene tenuto nascosto, divenne di dominio pubblico. L’autore, Antonio Stiscia, laureato in giurisprudenza, ha pubblicato il suo primo romanzo con la Società editrice Passione Educativa di Benevento. Il titolo del libro è: “Romanzo popolare, una vera storia d’amore”.
BravoAntonio.
Mario AUCELLI
Fonte articolo: INFORMATORE DEL MISCANO
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