Il progressivo lento ed inesorabile spopolamento dei nostri paesi e la conseguente fuga in massa verso mete più allettanti ed industrialmente avanzate, l’introduzione di nuove tecnologie e di nuovi modelli di sviluppo hanno fatto sì che l’esistenza e il tramandarsi di arte e mestieri secolari, si sia interrotto e, di fatto, sia andato perduto ed eliminato dalla memoria collettiva nell’arco di qualche decennio.Una grave perdita dal punto di vista antropologico ma anche dal punto di vista identitario della nostra storia e cultura. Il progresso non può fermarsi ma la crescita culturale e una nuova generazione può di certo tentare il recupero di quello che è stata la umile condizione di vita dei nostri padri e del nostro paese. Ad alcuni potrebbe sembrare un operazione complessa ma oggi ci sono e sono evidenti, tutte le condizioni necessarie per un progetto nuovo che ne inverta la tendenza. Partendo da queste premesse di ordine generale l’idea per la creazione di un “Museo degli antichi mestieri”, unita ad altre iniziative di promozione locale, potrebbe rappresentare una svolta ed un cambio di passo per uscire dalle secche in cui è impantano il paese.
La presenza attiva e massiccia di giovani nelle varie associazioni operanti sul territorio, che con la forza e la voglia della loro fresca età potrebbero svolgere la funzione di traino per il lancio di questa operazione mediatica di importanza strategica per un nuovo riposizionamento del paese nel contesto turistico-culturale dell’Irpinia e del Sannio, lanciandoci verso la modernità dei tempi nuovi non dimenticando il passato recente. La prima fase dovrebbe prevedere la creazione di percorsi tematici, all’ interno dei quali inserire materiali come i prodotti e gli strumenti di lavoro artigianali dei singoli mestieri dove far rivivere, negli appositi spazi adibiti ad’area museale, le antiche botteghe artigiane come il calzolaio, fabbro, maniscalco, carrozzaio, falegname, secchiaio, cestaio, sarto, barbiere, mugnaio, sellaio, ecc., accanto alle attività lavorative della casa rurale e agli attrezzi dei mestieri ambulanti con l’eventuale coinvolgimento degli ultimi rappresentanti di queste artigianalità ancora presenti nel paese. I luoghi interessati a ciò di intesa con gli enti amministrativi territoriali, comune, provincia, regione, potrebbero essere individuati nel centro storico con la creazione di singole aree tematiche, in ambienti dove effettivamente venivano svolte alcune di queste attività nel passato. Un modo questo per rivalutare la zona compresa tra le due antiche porte di ingresso al paese: Piazza Porta della Terra e la Porta del Monte, non dimenticando i vicoli e vicoletti, assicurando una riqualificazione e un rinnovamento dell’interesse turistico verso la parte alta del paese altrimenti destinata ad un lento ed inesorabile oblio. Quelle indicate sono sole delle linee guide ma il tutto potrebbe compiersi in altri modi e in altre forme. È importante, dunque, sottolineare di nuovo la grande valenza antropologica e il giovamento che una operazione di tale portata potrebbe dare al nostro paese. Il progetto, se realizzato interesserebbe non solo la riqualificazione del borgo, ma sarebbe orientato alla realizzazione di un aggiornamento tecnologico, di un miglioramento delle infrastrutture, funzionali alla promozione del territorio, attraverso un recupero sostenibile che tenga conto del patrimonio storico, artistico, architettonico e naturale. La nascita di un “Museo degli antichi mestieri” rappresenterebbe,quindi,l’ambizione di favorire la conoscenza delle nostre tradizioni anche al di fuori della zona e allo stesso tempo di stimolare un incremento del turismo, senza tralasciare il recupero del degrado in cui versa attualmente la parte storica del paese. Idea irrealizzabile? Certamente no. Sicuramente potrebbe essere realizzabile se si incominciasse a pensare in modo più aperto, con lo sguardo rivolto al futuro indicando un percorso di vita diverso alla nuova gioventù, passando loro il testimone di una ideale staffetta generazionale che partendo dal passato arrivi al futuro attraversando la dignitosa storia del nostro paese in modo da potere andar fieri della loro identità e appartenenza alla cultura Montecalvese.{jcomments on} Articolo già pubblicato su:L'informatore del Miscano
Foto: Franco Zarrillo e Franco D'Addona