Insigne opera scultorea dell’artista Michele Guerrisi, Professore nella Real Accademia di Belle Arti di Torino, autore, tra i tanti, del monumento all’Universitario caduto in guerra, posto nel cortile d’ingresso della sede centrale della Federico II di Napoli.
Cerchiamo di illustrare questo gruppo scultoreo, diviso in tre parti, sulla base della documentazione autografa dell’autore in nostro possesso e alle dritte degli anziani che ancora ricordano l’avvenimento.
Il 28 maggio 1923 il maestro Michele Guerrisi inviò le fotografie dei bozzetti alla speciale Commissione che si era formata in paese.
Successivamente all’invio dell’anticipo (l’opera, pare sia costata 5.000 lire dell’epoca, raccolte in buona parte con le rimesse degli emigranti) l’artista inviò il bozzetto in creta. Avuto il placet si mise all’opera. Il 3 ottobre 1926, con una prolusione di Nicola Susanna, marchese di S. Eligio, sposato alla N.D. Anna de Cillis, il monumento fu inaugurato con la partecipazione dell’intera cittadinanza. 

Come si presentava nel 1926 il gruppo scultoreo? Vi era uno spiazzo quadrato, in terra battuta, delimitato da un’artistica ringhiera in ferro agganciata a pilastrini in pietra di Fontanarosa. Al centro una base in pietra circondata da tre scalini. Sul basamento è posto il monumento vero e proprio, in bronzo, diviso, come si diceva, in tre parti. 


Visto frontalmente su un piedritto è poggiato un elmo con serti di alloro e quercia e delle spade, simbolo del soldato eroico.  A metà supporto un magnifico bassorilievo, la parte più bella del tutto, che simboleggia l’amore materno e quello per la Patria. Si vede in primo piano una mamma in gramaglie che si dispera per la partenza del figlio che va a morire da eroe. Non cerca di trattenerlo. Lo affida alla donna alata, la Patria, che, amorevolmente, lo prende in custodia e lo solleva verso l’alto.

Al di sopra l’imponente fante che monta, in pastrano, la guardia, con lo sguardo rivolto all’infinito ed il moschetto, l’intramontabile 91/38, tenuto sulla destra, poggiato sulla base della “garitta”.

 

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