Le origini dell'antica e nobile famiglia Franco si radicano probabilmente nella presenza politica di Re Guglielmo il Buono sul territorio irpino e che identifica nella figura di Petrus Frànculo (XII sec.), primo feudatario di Mons Calvus (attuale Montecalvo) che insieme a Gugliemo Potofranco per primo amministrò Mons Calvus come riportato nel Catalogo dei Baroni Normanni compilato ai tempi di Guglielmo il Buono e conservato presso l’archivio di Stato di Napoli, il proprio capostipite. "Petri Franculi et Guillelini Potifranci - tenent Montem calvum, quod est feudum quatuor militum et Genestram feudum unius militis -
et cum augumento obtullt milites decem". A seguito della probabile cessione del feudo la famiglia, stanziatasi stabilmente sul territorio montecalvese scelse, probabilmente per motivi di carattere patrimoniale, di non abbandonare la cittadina perpetuando il suo ruolo di riferimento politico per il popolo nei successivi secoli. L’archivio storico della città documenta la presenza stabile della famiglia sul territorio nel corso dei secoli concedendo una traccia ben delineata nella sua linea genealogica principale degli ultimi trecentocinquanta anni.
© Arma della Famiglia Franco dipinta sulla volta d'ingresso del Palazzo di Montecalvo Irpino.
Tra la fine del 1600 e gli inizi del 1700 la famiglia risulta risiedere nel grande palazzo della piazza Purgatorio, la principale piazza della città attualmente detta “della Vittoria” e solo in seguito, a causa della scissione della famiglia in due ceppi primordiali ossia quello di Domenico e quello secondogenito di Nicola, che alla fine del 1700 Nicola edifica “dirimpetto” al palazzo della famiglia acquistando alcune case di borgata il secondo palazzo Franco ed il giardino riportato negli annali locali come il più bello del paese.
© Partecipazione nozze del 1877 di Antonio Franco con la nobildonna Mariantonia Capozzi.
Da li in poi nel corso del successivo secolo i due ceppi familiari partecipano attivamente alla vita locale sia politica che ecclesiastica e militare nei rami cadetti; ottimi proprietari terrieri dedicano, in collaborazione tra loro, grosse energie al miglioramento tecnologico fondiario portando la vasta proprietà negli anni ad essere tra le più ricche e produttive della provincia. Agli albori del 1900 il ceppo di Domenico rappresentato dal discendente Silvio si trasferisce stabilmente a Napoli dove acquista un bel palazzo mono-familiare nella zona del cavone. Silvio Franco pur trasferitosi oramai stabilmente nella Capitale, anche a seguito del matrimonio con la nobile Maria Teresa Mansi di origini Gragnanesi ma propensa alla vita cittadina non abbandonerà mai la proprietà Irpina seguendo assiduamente i grandi appezzamenti di terreno, abitando il bel palazzo, e manutenendo la cappella gentilizia del cimitero e quella della chiesa.
Disegno gentilmente concesso dai Nobili Gentiluomini Prof. Domenico Fulvio Falcone Franco e Dott. Gennaro De Franco.
L’anno 1962 cruciale per l’Irpinia distrugge con un terremoto quasi devastante gran parte del paese e con esso grossa parte della proprietà immobiliare di Montecalvo della famiglia compreso il grande palazzo e la Chiesa del Purgatorio attigua al palazzo; oramai ridotto dal sisma ad una struttura collabente sarà onere di Attilio Franco, al tempo vice-pretore a Napoli, venderne la proprietà interrompendo di fatto il filo conduttore diretto con la cittadina Irpina. Molti i personaggi illustri della famiglia che si avvicendarono nel corso dei secoli: tra questi Nicola ottimo giurista che nel 1687 sposa la nobile Soprana Pirrotti (famiglia che darà in quegli stessi anni i natali a San Pompilio Maria Pirrotti), Michele sacerdote e poi alto prelato a Roma, deceduto nel 1871 e sepolto nella cappella della famiglia nella Chiesa del Rosario, Nicola Tenente della Guardia Nazionale, Giuseppe anch’egli alta dignità della Chiesa Romana tornato a Montecalvo in tarda età, sepolto nella medesima cappella, Domenico medico chirurgo vissuto nella seconda metà del 1800 esimio professore di chirurgia presso l’Università degli studi di Napoli, Attilio alunno dell’istituto dei Padri Barnabiti di Napoli, vincitore di concorso pubblico presso la Polizia di Stato dopo essersi laureato giovanissimo in giurisprudenza, dapprima Commissario Capo di Napoli, poi Questore ed infine Prefetto della Repubblica a Napoli, medaglia al merito per la liberazione del Generale NATO James Lee Dozier rapito a Verona dalle Brigate Rosse capitanate dal terrorista Antonio Savasta. Famiglia dall’antichissima presenza sul territorio Irpino ha fondato per secoli la propria progressione sullo sviluppo culturale, sulla vita militare e sulle corrette alleanze familiari: si menzionano tra gli altri i rapporti familiari con i Pirrotti, i de Cillis, i Caccese, i Capozzi, i Cavalletti, i Molfese ed i Bozzuti e nel napoletano con i Mansi di Gragnano e per i figli cadetti sulla scelta dell’aggregazione al Clero. Molto conosciuti nella zona gli sfarzosi palazzi della Famiglia a Montecalvo che cosi descrive lo storico Mario Aucelli: “alle spalle del monumento la signorile casa, con un bellissimo portale, un artistico grosso atrio, e colonne in pietra che immetteva in un raffinato giardino, di Domenico Franco. Di fronte quello dei fratelli Silvio ed Ercolino Franco, con un portale maestoso che portava in un atrio da cui partiva una sontuosa scala a Tenaglia sostenuta da due grosse colonne a stucco, in stie tuscanico, con volta dipinta da un magnifico affresco con al centro lo stemma di famiglia. Sotto lo scalene l’ingresso al parco con viali in bosso molto curati (arte topiaria).
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